La verità è un oggetto misterioso. Per avvicinarti dovresti provare a percorrere i sentieri giusti ma valli a riconoscere tra mille prospettive e giochi di luce, tra nebbie, soli, lune, doveri e piaceri. E’ inutile che ne stiamo a parlare, ciò che è mio è mio e ciò che è tuo è tuo, amico. Facciamo che inziamo a fidarci e la smettiamo di spiegarci. Era un sacco di tempo fa, giorni o anni che differenza vuoi che faccia? Ero lì, me ne stavo piuttosto depresso a cercare di capirmi. Dovevo trovare un modo per comunicare le mie perplessità e i miei sogni eppure niente, le parole preferivano starsene accovacciate al sicuro, alcune dentro lo stomaco, altre più vicino alla gola. In fondo c’era la corrente, bastava mettersi a favore, lasciarsi portare. Da qualche parte sarei arrivato, forse lontano dai racconti che cullavano i miei sonni ma perché affaticarsi a condividersi? Poi, mentre pioveva ed ero sottovento, senza ombrello e senza del caldo whisky, è arrivata una ragazza dai capelli colorati, ha allungato una mano e ha iniziato camminarmi vicino, sotto l’acqua. Il fatto, amico quasi lontano, è che da allora non ha mai smesso completamente di piovere eppure non sono stato più solo. Le ombre sono diventate meno tetre e scure, le indecisioni crollate fino a divenire inconsistenti. Non so dirti se sia abbandonata a quella corrente che ti dicevo insieme a me o se ce ne siamo tirati fuori, guardando orizzonti nostri. Non lo so, posso dirti però che la verità a questo punto non conta più nulla.

Amico mio, lo sai che quello che ti è capitato non capita a tutti? E che devi ringraziare tutti gli dei che conosci – se ne conosci – per questo? Che spesso si rimane sottovento e sotto la pioggia per sempre? (giao, sono la divertenza :* )
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