FARE SOLDI

il sottotitolo è “stop buying dumb things” 101 modi per diventare ricchi.

questo è IL proposito dei propositi.

non ha nulla a che vedere con il minimalismo quanto piuttosto sul non essere completamente scemi. se guardo nel mio armadio, sulla mia scrivania, sul comodino vedo un cimitero di cose comprate, anche a due lire, rimaste a prendere polvere e spazio.

l’esempio più lampante ve lo posso fare con le magliette. ho un quantitativo senza senso di magliette (per poi utilizzare sempre quelle là) e quel numero è senza logica dopo aver compiuto un’attenta selezione ed eliminato l’eccedenza dell’eccedenza per recuperare dello spazio vitale.

iniziamo da qua, facciamo che per il 2021 non ne comprerò di nuove. facciamo che ogni volta che vedrò un advertising passerò oltre.

anzi facciamo che investirò su di me, su questa forma di resistenza.

studio marketing ormai da un po’, conosco i meccanismi che si mettono in atto quando la profilazione mi piazza davanti agli occhi oggetti che fino a un secondo prima non mi servivano e non pensavo minimamente di acquistare.

vedo la struttura dietro a quella proposta, le leve in azione, e quindi so che serve un modello da contrapporre. so che è necessaria un sfida attiva piuttosto che passiva per combattere l’acquisto compulsivo (cioè spesso inutile).

ed ecco qua il modello resistenza20%. il nome me lo sono appena inventato per cui abbiate pazienza se non suona molto seducente.

la procedura prevede questi passi:

  1. appena spunta l’oggetto (che sia un ads su facebook, un video su youtube, una sponsorizzata su instagram, una pubblicità su una canale tv o lo scaffale di un negozio) RIMANDARE qualsiasi azione di 24h. solo 24. in modo da far calare la dopamina e riportare l’emotività in uno stato normale.
  2. razionalizzare l’utilità reale dell’oggetto.
  3. mettere in contrapposizione i soldi con l’oggetto. in pratica valutare se fossimo messi davanti ad una scelta cosa vorremmo. voglio quella felpa o 80,00 euro? considerato che 80,00 euro sono X ore di lavoro.
  4. investire su se stessi. ovvero rendere quel non acquisto un valore monetario, cioè mettere da parte un quota dell’importo risparmiato, nella misura del 20%. tutti i 20% salvati andranno a fare cumulo in un sottoconto separato, un salvadanaio, chiamatelo come volete.

il risultato ideale sarà di non aver:

  • sperperato soldi
  • comprato cose inutili
  • riempito spazio di casa
  • provato sensi di colpa post acquisto

ma soprattutto aver messo da parte un cifra che, a seconda di quanto sarà grande, potrà avere una destinazione più sensata.

infine quando vedrò quel numero saprò che ci sarà un relativo 80% rimasto nelle mie tasche.

settori a cui applicare il modello? quasi tutti dal vestiario, alle cose di mangiare fino al tech. resteranno fuori i libri. per i libri non c’è resistenza che vinca.

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2021 – buoni propositi

quest’anno ho deciso di averne.

sono sempre stato contrario alle dichiarazioni di intenti, vuoi le pressioni, vuoi l’illudersi all’inizio e il deludersi alla fine. ne ho fatto a meno volentieri.

mi sono reso conto però che si può cambiare. come e quanto è tutto da vedere ma piccoli, magari significativi, movimenti sono alla portata.

da 3 anni mi alleno, con costanza e impegno, mi sento strano se non lo faccio ma prima di cominciare avrei pagato di tasca mia per non muovere un muscolo e sentirmi a posto con la coscienza.

questa è la dimostrazione immediata, la prova che metto sul banco. io sono quella persona. sono lo stesso individuo che se trova una ragione, una soddisfazione, un perché può fare.

PRIORITA

il segreto è nel concetto di priorità. non dipende solo dal possibile ma anche – e in alcuni casi di più – da quanto è importante, vitale, essenziale.

siamo convinti che la nostra giornata sia piena, strapiena. se guardiamo attentamente ai dati però potrebbe venire fuori una realtà leggermente diversa, ovvero una sequenza codificata (routine) di quello che ci va bene ci sia.

mi sono ripromesso di trovare del tempo da prioritizzare iniziando dal cambiare un numero, quello che ho estrapolato andando nelle impostazioni dello smartphone alla voce benessere digitale. quel numero indica una quota di minuti, spesso ore, destinate a nessuna attività se non scrollare, ripassare su post già visti, farsi venire la bile leggendo tweet di gente di cui non ci interessa nulla.

i social sono utili e ci tengono in contatto con la nostra rete di amici, internet è una fonte inesauribile di conoscenza ma c’è una dispersione di tempo incredibile e se voglio recuperarne un po’ per fare altro quello sarà il primo numero da cambiare.

il secondo viene fuori sempre dal primo. i minuti persi nel nulla oltre che essere reinvestiti direttamente in altre attività, possono essere fonte indiretta di altro recupero organizzando meglio il tempo della giornata. 24 ore sono tante ma se non gestite voleranno via nelle abitudini.

uno dei propositi per il 2021 è di leggere di più. più romanzi, saggi, articoli, biografie e anche ascoltare dei podcast. perché? perché mai come in questa fase sento il bisogno di saperne di più, di allungare lo sguardo. di arrivare altrove.

Il 2020 è stato importante perché mi ha fatto incontrare libri che mi hanno segnato e oggi sono un po’ – chissà quanto – diverso da prima. lo sono grazie a quelle parole.

ognuno di questi testi, con il suo ecosistema ha smosso qualcosa. manipolato e allargato come fosse pongo una struttura fino a prima diversa, i confini di un pensiero che, per me, è importante non si adagi mai su se stesso.

certo ci sono stati libri meno interessanti, altri trascurabili e se c’è una cosa che devo ancora imparare a fare – e che nel 2021 metterò in pratica – è abbandonare ciò che non vale la pena. è un atto forte ma come tutte le azioni va allenata.

un altro sarà scrivere di più. no, non sono impazzito. non mi è venuta voglia di diventare ciò che non sono ma dovrò scrivere per allenarmi, perché mi servirà per lavoro e quindi devo semplicemente farlo di più rispetto ad ora.

ci sono alcune cose da mettere in moto.

terzo ed ultimo proposito, esserci di più e per una persona introversa è forse, tra tutte, l’azione più sovversiva e difficile da fare. si tratta di far compiere uno sforzo a una parte del cervello che non vorrebbe proprio cedere. ma stiamo vivendo tempi difficili e privarsi delle persone, del confronto e del sostegno ravvicinato è cosa dura da sopportare.

la pandemia con le sue restrizioni ci ha costretti ad una socialità diversa, piatta, a 2 dimensioni, facendoci usare solo 2 sensi e mezzo. non so voi ma sono troppo vecchio per ridefinire anche il concetto di comunità. il mondo corre veloce e sarà compito dei millenial inseguire nuove forme aggregative, nuovi modi di comunicare e interagirsi.

io ho solo voglia di tornare a bere una birra seduto accanto alle persone che vorrei avere vicino, senza immaginarla come un’azione pericolosa.

questo dovrà essere il buon proposito di tutti quanti, far tornare normale quello che è sempre stato normale.