Il 2018 è stato l’anno in cui mi sono rimesso in forma. E’ un ricordo che potrebbe sembrare troppo pragmatico, addirittura prosaico, per cristallizzare un intero anno di avvenimenti ma in realtà ci sono molte cose dentro, tanti significati.
ho iniziato ad allenarmi a febbraio dopo quasi 3 anni di totale inattività. si era rotto qualcosa dentro, a livello mentale. negli anni precedenti avevo sempre mantenuto un buon livello di attività fisica, ero arrivato a pagare un personal trainer oltre all’abbonamento della palestra. ero costante, mi impegnavo come avevo sempre fatto, senza avere alcun obiettivo specifico, mi bastava agire. era il mio modo per staccare brutalmente dalle ore lavorative e scaricare le energie negative. la via per liberare l’organismo dalle ore stressanti trascorse seduto sulla sedia davanti allo schermo.
Ad un certo punto il meccanismo, per qualche ragione, si è inceppato. non c’era verso, né modo di riparare e ripartire. se la testa non accende l’interruttore, la forza di volontà va in crisi e con lei il fisico, che smette di reagire al pungolo dei buoni propositi. non c’è stato nulla da fare, per tre anni non ho mosso un muscolo se non per necessità di movimento. era come stare dentro una bolla, una campana impenetrabile dall’esterno e senza vie d’uscita. più sentivo che non aveva senso quel rigetto, più il rigetto si fortificava, forte di una cocciutaggine priva di qualsiasi logica (credo che questo modo di perseverare nelle azioni imperfette, se non sbagliate, dica molto, ma vabbè). il risultato è stato che nel corso dei 3 anni sono aumentato di peso, mettendo su grasso, ed era così ovvio che accadesse che l’ho accettato e basta. ho spostato le magliette che non mi andavano più sul fondo del cassetto, sotterrato i jeans che man a mano diventavano stretti e ho iniziato semplicemente a comprare tutto una taglia in più, quando non due. la mia reazione è stata tanto pratica quanto distaccata, come se in fondo non mi riguardasse, come se non fosse un mio problema.
a fine dicembre ‘17 e a gennaio, dopo gli ennesimi pranzi e cene natalizie, una mattina tornando da una spesa mi sono accorto che faticavo troppo nel salire due piani di scale. in quel momento i fili si sono ricollegati, il meccanismo si è riacceso e la luce è tornata a illuminare le zone d’ombra che nascondevano brutalmente la consapevolezza. inoltre vedevo che dentro casa c’era chi si allenava e si faceva un mazzo tanto per prendersi cura di sé, motivando gli altri e motivandosi giorno per giorno (ci aveva provato anche con me ma, come già detto, avevo addosso un giubbotto antiproiettili imperforabile) e quella è stata la spinta finale, si poteva e si doveva ripartire.
da febbraio ad oggi mi sono allenato con una continuità marziale, al netto delle malattie e delle vacanze o dei piccoli infortuni, non mi sono mai fermato. ho collezionato 28 settimane da 4 giorni l’una di training (non mi andava di ripetere allenamento, anche se l’ho appena fatto). oggi riesco a completare serie di esercizi di cui i primi giorni riuscivo a malapena ad eseguire le versioni semplificate. ieri ho fatto 100 burpees, il giorno prima altri 100 a febbraio ‘17 riuscivo a fare delle flessioni solo appoggiandomi sulle ginocchia. (tanto era il distacco nella fase di down quanta è la fiducia ora. mi viene da pensare di essere bipolare sui lunghi periodi, perciò spero questa fase di grande convinzione duri ancora a lungo). oggi ho raggiunto un peso forma mai visto sulla bilancia prima. attenzione non sono diventato ciò che non sono, né mai lo diventerò e credetemi nemmeno mi interessa. non ho tartarughe ma un confortevole strato riscaldante di carne, non ho i muscoli di triple h e non ho un’ora di scatti alla carl lewis nelle gambe ma:
- ho rimesso al loro posto le magliette che avevo nascosto;
- ripreso i vecchi jeans abbandonati;
- sono tornato a comprare le taglie giuste;
- mi sento bene
il senso di questo post sta tutto nell’ultimo punto “mi sento bene”. questo viaggio partito lo scorso febbraio l’ho fatto col silenziatore, senza condividerlo (a parte qualche imprecazione post workout su facebook) un po’ perché sono fatto così, un po’ perché sono pieno di progetti e “cose” iniziate e mollate a metà ma soprattutto perché lo volevo sentire tutto ed era fondamentale capirlo per comprendermi. sapevo che sarebbero arrivate le difficoltà, le incertezze e volevo essere concentrato solo ed esclusivamente sulle reazioni. ora però è iniziato un nuovo anno ed è arrivato il momento di raccontare questa prima tappa scrivendo qua, anche a mia futura memoria, che bisogna solo ripartire, bastano 30 minuti a casa, non serve nulla di più. il resto arriva ed è tutto carburante, smette di essere una prosaica e pragmatica questione di muscoli, fiato e movimento per diventare un appuntamento con sé stessi, con il farcela e con la consapevolezza che siamo una forma e una sostanza che possono cambiare. possiamo davvero. ma non gratis.